Le feste nazionali by Maurizio Ridolfi;

Le feste nazionali by Maurizio Ridolfi;

autore:Maurizio, Ridolfi; [Ridolfi, Maurizio ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Storica paperbacks
ISBN: 9788815366313
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


Se nella capitale il carattere istituzionale e militare della cerimonia risultò prevalente, a Milano, l’altro scenario nazionale dei rituali della memoria che si stava ormai profilando nell’Italia repubblicana, i partigiani non solo furono evocati nei discorsi ufficiali ma poterono assicurare una loro presenza nei diversi momenti delle celebrazioni. Al mattino, presente il ministro Pella, essi parteciparono alla deposizione di omaggi floreali al monumento ai caduti in Piazza Sant’Ambrogio, dove si diressero le autorità e fu allestita la funzione religiosa. Nel pomeriggio invece, i partigiani furono ancora presenti alla cerimonia civile che si tenne in Piazza del Duomo su iniziativa, così come era accaduto nel primo dopoguerra in forma antagonistica verso i fascisti, dell’Associazione nazionale dei mutilati e degli invalidi. Fu questo il clou delle celebrazioni, con due cortei cittadini di cui le diverse associazioni ex combattentistiche erano gli attori principali; anche in questo caso con la valorizzazione da parte degli oratori ufficiali – il sindaco socialista Greppi e Valente per l’associazione promotrice – del sacrificio dei soldati italiani caduti nelle due guerre[48]. Simbolo di una continuità dello Stato nazionale che la classe dirigente al governo volle ribadire, le celebrazioni ufficiali del 4 novembre stavano insomma prefigurando una sorta di contrappeso di natura militare e istituzionale rispetto ad una festa civile, come quella del 25 aprile, che invece fondava la Repubblica sul mito dell’insurrezione partigiana e quindi su un fattore di discontinuità sul piano politico e morale. Rispetto a questo intrinseco e latente conflitto simbolico, come ha rilevato Giorgio Vecchio, in quei primi anni di ricostruzione del sentimento nazionale, «il tema della Grande guerra e della Vittoria […] diventa una sorta di compensazione psicologica davanti alla tragedia del 1943-1945 e alle difficoltà del dopoguerra»[49].

Sul piano locale, nonostante manchino studi sufficienti, i primi riscontri evidenziano la complessità dei conflitti simbolico-rituali ridestati tra le forze politiche dal ritorno dell’anniversario del 4 novembre[50]. Intanto, attraverso il ricordo dei morti caduti nella Grande guerra, il rito del 4 novembre assunse spesso un carattere comunitario, più civile che militare. Esso sarebbe stato utilizzato per «riconsacrare» i luoghi della memoria patriottica e risorgimentale (monumenti, parchi della rimembranza, ossari), sovrastati dalla simbologia fascista nel corso del ventennio ed immessi nella coreografia di regime. I riscontri possibili sarebbero diversi. In Romagna, per esempio, attorno alle celebrazioni del 4 novembre si determinò un profondo contrasto tra la sinistra comunista e la sinistra democratica di tradizione mazziniana. Impegnato a rilanciare la tradizione risorgimentale e le idealità dell’interventismo democratico, così come egli aveva fatto nei confronti dei fascisti nel corso dei primi anni Venti, un intellettuale regionale «militante» come Aldo Spallicci – alla testa dell’Associazione nazionale dei combattenti in ambito locale –, in diverse occasioni rituali fu il principale interprete di una riconsacrazione patriottica di luoghi della memoria la cui origine risaliva al primo dopoguerra[51]. Eppure, l’operazione culturale incontrò non pochi ostacoli sul piano politico, registrando soprattutto le resistenze dei comunisti; come accadde, per esempio, a Ravenna in occasione dell’anniversario del 1946. «L’invito rivolto alla popolazione di recarsi al Parco della Rimembranza



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